A distanza di una settimana torniamo nell’Essex ma ci fermiamo prima di Souhend, si va a Canvey Island, che a dispetto del nome non è un isola, o per lo meno non è un isola come la si intende in modo tradizionale, con il mare che la circonda su tutti i lati, lo è perché in realtà c’è un fiume che la separa dalla terra ferma sul lato nord-occidentale, mentre per i resto è circondata da insenature di fiumi che sboccano in mare l’estuario del Tamigi a sud che la rende del tutto unica. Fossimo nel Medioevo, qui ci sarebbe la dogana dove pagare dazio per entrare a Londra perché Canvey Island, geograficamente parlando, rappresenta proprio il punto in cui il fiume finisce di essere tale, per iniziare a divenire mare. Era un sacco di tempo che aspettavo di visitare Canvey island, era fra le squadre di Non League che ai tempi di Anglocalcio, con l’amico e collega Alessio Carli seguivamo con più attenzione anche perché ha raggiunti i suoi massimi risultati a cavallo del XX e XXI secolo, quando Anglocalcio muoveva i suoi primi passi. La città non delude le attese, ci si arriva con l’autobus dopo che il treno da Stratford ci ha portato fino a Benfleet. da qui 20 minuti di bus e si arriva in città. Altri 10 minuti di passeggiata e l’estuario è li davanti a noi in tutto il suo splendorecon navi di tutte le dimensioni che ci passano sotto gli occhi. il cielo grigio contrariamente a quello che si possa pensare esalta il paesaggio. Io credo che ogni ambientazione abbia bisogno dei suoi colori, le Maldive son belle con il sole e Canvey Island è esaltata dal cielo nuvolo e grigio. PUB. E inizia la ricerca del pub anche perché gioca in FA Cup il Millwall e Guido è leggermente agitato, è stato anche quasi puntuale oggi, per non rischiare di perdersi il calcio d’inizio. . Cammina, cammina, quasi in prossimità dello stadio troviamo “Admiral Jellicoe” Pub, non ci danno da mangiare, ma ci accontentiamo della birra e poi ci sono ben tre TV, due trasmettono la FA Cup, ed uno le corse dei cani. E sono proprio i quattro zampe i protagonisti del locale, che ne sono almeno 5 tutti i taglie diverse ed uno va e viene da dietro il banco come se dovesse servirci lui le birre. Insomma è bastato un attimo a ribattezzarlo il pub dei cani, attenzione dei, non da! Il locale è bello e caratteristico.
PARK LANE. Poche centinaia di metri usciti dal pub e si arriva a Park Lane e troviamo uno stadio che, se uno a litigato con il calcio, ti permette di riconciliarti immediatamente. Un atmosfera unica e uno stadio carinissimo, molto Old Style ma estremamente funzionale. Andiamo con ordine. Club House accogliente, tv con Sky Sports e tanti ricordi della storia del Canvey Island alle pareti. A farla da padrone un murales autografato che ricorda la storica vittoria dell’FA Trophy nel 2001 al Villa Park (Wembley era in costruzione). Il Canvey è finora l’unica sqaudra non di Conference ad aver vinto il Trophy ed altra particolarità in panchina aveva Jeff King che era si manager, ma anche Chairman della squadra! Tornando allo stadio, svetta dietro una porta un terrace piuttosto alto per gli standart della Non league, da li salendo fino in cima, complice anche una tribuna molto bassa nell’end opposto) si vedo nel navi passare neanche troppo distanti, visto che lo stadio è vicinissimo all’estuario del Tamigi. Lungo le linee laterali, troviamo una main stand con le seggioline, appena 5 file, ma lunga tutto il campo, dalla parte opposta una stand praticamente gemella, ma senza posti a sedere ed intervallata dalle panchine fatte con i mattoni, insomma all’Inglese. Potremmo non parlare del cibo? Ma no, infatti visto che al pub non ci hanno dato il pranzo, ce lo prendiamo allo stadio, Hot dog e Chips ottimi ed abbondanti anche in proporzione al prezzo, insomma lo stadio passa l’esame alla grande. Meno la squadra, che giocherebbe anche bene, ma perde 3-0 contro un Hendon cinico e spietato, capace di appena tre tiri in porta con i quale va bottino pieno. Per la cronaca sulla panchina del Canvey Island siede nientepopòdimeno che: Steve Tilson, colui che fece grande il Southend portandolo dalla Leafue Two fino alla Championship, Tilson avrebbe ancora mercato fra i professionisti, ma non vuole lasciare l’Essex ed il suo impiego extracalcistico (questo ce l’ha raccontato il nostro amico Enrico Tiritera la settima scorsa), e così allena “part-time” il Canvey sperando di riportarlo ai fasti dei primi anni del secolo.
Al 90’ autobus, treno, e finisce qua anche questa trasferta, alla prossima!