Hullbridge, quando l'essex si lega all'italia.
Stavolta scendiamo giù, come non siamo mai scesi. No non si parla dal punto di vista geografico, ma da quello del livello della Pyramid calcistica. Stavolta andiamo ad Hullbridge, nell’Essex. La città più vicina è Southend ed è li che puntiamo con il treno partendo da Londra, anzi, da West Ham, una delle stazioni più indigeste al compagno di viaggio Guido, grande tifoso del Millwall. Chi ci ha seguito “live” su Twitter ha anche visto che il buon Guido, ritardatario cronico, ha pagato pegno per la sua “oretta” di ritardo, proprio posando sorridente accanto alla scritta West Ham. Dall’East London è una cinquantina di minuti di treno, che regalano anche paesaggi splendidi una volta lasciata Londra, si costeggia infatti tutto l’esutario del Tamigi e, specialmente in presenza della bassa marea, è proprio una spettacolo. Si arriva a Southend, città che già conosciamo perché qui abbiamo incontrato un paio di mesi fa il manager dell’Hullbridge, che, ed è qui la notizia, è un Italiano trasferitosi qui ormai tanti tanti anni fa. Ma procediamo con ordine, soffermiamoci su Southend, città sul mare che da l’impressione di essere piuttosto godereccia con la bella stagione, non a livelli di Blackpool, ma godereccia quanto basta per divertirsi. Fiore all’occhiello della città è il pontile o Pier come lo chiamano in Inghilterra (nella foto in alto). Con le sue 1,34 miglia (2,16 Km) è considerato il pontile (non da attracco) più lungo al mondo, un servizio navetta vi porterà fino alla sua estremità se non avete voglia di camminare. Estremità dove troverete Bar ristoranti ed il museo della Guardia costiera. A noi dopo averlo percorso tutto a piedi ci viene anche una certa fame e allora per il pub siamo fortunatissimi. Proprio davanti alla stazione infatti troviamo una delle nostre preferite.
THE LAST POST - Arredamento tipico Inglese per un pub enorme con tante televisioni per godere dello sport in diretta sia calcio che rugby che cricket. Qui incontriamo Enrico Tiritera, manager dell’Hullbidge, un passato da calciatore nell’Ariccia “Non League Laziale”, giocava Stopper, si perché quando Tiritera giocava i ruoli erano ancora quelli di una volta. Poi si è trasferito in Inghilterra, l’alternativa, ci dice, era andare in Canada, da alcuni parenti, ma servivano i visti, e poi eravamo troppo distanti dall’Europa, e così siamo “sbarcati” a qui, vicino Southend. Ovviamente con il solo calcio non si campa, ed Enrico di giorno lavora per la Royal Mail, la sera poi si dedica “anema e core” ai suoi ragazzi. “Qui ci sarebbero le basi per fare bene, il nostro Sport Center è molto ben attrezzato in relazione alla categoria, ma la dirigenza tiene i piedi ben piantati per terra ne ha viste troppe realtà locali finire il malora per tentare il passo più lungo della gamba, a me però dopo tanti anni in cui ho cresciuto e visto andar via i giovani, mi piacerebbe provare a raccogliere quanto seminato”. Enrico Tiritera viene da una società in cui i giovani hanno sempre avuto un ruolo importante, allenava infatti le giovanili del Southend, quando la squadra ha vissuto, sotto la guida di Steve Tilson i suoi anni migliori, fino a toccare la Championship. Qui Tiritera ha conosciuto la crema del calcio Inglese, incluso Harry Redknapp che guidava il, tutto sommato, vicino West Ham. “In tanti dall’Italia mi chiedono di venire qui a provare, una volta c’avevo un portiere, bravo, giovane, al West Ham vennero a saperlo e allora mi chiama Reknapp e mi dice: <<Ao’ Enrico, stamo a fa’ un amichevole, portalo qua che lo vedemo, lo sai no ‘ndo sta’ er campo?>> Perdonatemo, ma non potevo non citare le parole testuali di Enrico Tiritera, perché con il suo accento romanesco strizza simpatia da tutti i pori e sentirlo parlare di calcio è un piacere anche perché dimostra di saperne e anche tanto. In chiusura gli chiediamo un paragone fra la Non League Inglese ed i dilettanti Italiani, non ci pensa su due volte e ci dice “Qui i ritmi sono troppo superiori, tutti i ragazzi che vengono dall’Italia qui a provare alla fine mi confermano che hanno fatto una fatica immane a tenere il ritmo dei compagni o della partita” Ma secco Enrico chi vince fra la Non League Italiana e quella Inglese: “quella Inglese non ci sono dubbi, sul campo e fuori dal campo, il terzo tempo poi ad Hullbridge è spettacolare grazie alla cucina Italiana di mia moglie, tutte le squadre contano i giorni che le separano dalla trasferta in casa nostra. Con questo ci salutiamo ci rivedremo fra poco al campo, noi prendiamo l’autobus, sembra uno di quelli su cui arrivano i profughi dell’est negli anni 90, e poi è il numero anche dell’età media e dei pircing che ha in faccia un tipo seduto poco distante da noi, io volevo sedermi accanto a lui, ma Guido non se l’è sentita!
LOWER ROAD - Dopo un 40 minuti arriviamo ad Hullbridge, due negozi, uno che vendo tutto e uno che vende bici e una stazione di benzina che appena oltrepassata ci apre allo sguarda sull’Hullbridge Sport Center. In effetti appezzamento è enorme, i campi potrebbero essere tenuti meglio, il giardiniere andrebbe sgridato e a fine partita ad Enrico Tiritera lo diciamo. Club House molto carina dove ci accolgono con simpatia anche perché il manager aveva annunciato il nostro arrivo. Lo zampino di Enrico c’è anche qui, infatti delle due tv una trasmette Sky Italia, per la precisione Sky calcio! Qui ci offrono anche l’ingresso gratuito e non ringrazieremo mai abbastanza il nostro manager, Diamo uno sguardo al campo, Terrace coperti solo lungo la linea laterale, ma tanto tanto spazio per potersi ingrandire in futuro.
LA PARTITA – Ospite dell’Hullbridge è lo Stansted, si la squadra dell’aeroporto, la partita è giocata su buoni ritmi, il livello è quello che è, siamo al nono della pyramid, è bene non dimenticarlo mai. Il portiere della squadra ha una pessima giornata, “non era molto concentrato” ci dirà a fine partita manager Tiritera “ha la sorella in ospedale”, due papere colossali comunque permettono allo Stansted, prima di rimontare lo svantaggio, e poi di passare a condurre. Per fortuna beffa è evitata nel finale con il pareggio che arriva di testa a conclusione dell’azione più bella di tutta la partita. Nel recupero altra grande azione dell’Hullbridge che sfiora addirittura la vittoria.
TERZO TEMPO – La distanza da Londra ci impedisce a fine partita di partecipare al terzo tempo con le squadre, ma Enrico Tiritera ce ne regala uno a noi tutto personale, e dopo averci invitato nel suo ufficio (chissà se è li il telefono con cui Redknapp, in romanesco, lo ha invitato all’amichevole per il portiere) ci presenta al suo staff e ci omaggia di alcune magliette e del gagliardetto dell’Hullbridge. Lo ringraziamo e, anche da queste colonne, gli auguriamo di cuore tutti i migliori successi, perché un personaggio così spontaneo e così genuino, merita il meglio, noi da parte nostra promettiamo di ritrovarlo di nuovo, magari quando l’Hullbridge affronta una delle tante trasferta nella capitale.
Massimo Corsini
Guido Plano
THE LAST POST - Arredamento tipico Inglese per un pub enorme con tante televisioni per godere dello sport in diretta sia calcio che rugby che cricket. Qui incontriamo Enrico Tiritera, manager dell’Hullbidge, un passato da calciatore nell’Ariccia “Non League Laziale”, giocava Stopper, si perché quando Tiritera giocava i ruoli erano ancora quelli di una volta. Poi si è trasferito in Inghilterra, l’alternativa, ci dice, era andare in Canada, da alcuni parenti, ma servivano i visti, e poi eravamo troppo distanti dall’Europa, e così siamo “sbarcati” a qui, vicino Southend. Ovviamente con il solo calcio non si campa, ed Enrico di giorno lavora per la Royal Mail, la sera poi si dedica “anema e core” ai suoi ragazzi. “Qui ci sarebbero le basi per fare bene, il nostro Sport Center è molto ben attrezzato in relazione alla categoria, ma la dirigenza tiene i piedi ben piantati per terra ne ha viste troppe realtà locali finire il malora per tentare il passo più lungo della gamba, a me però dopo tanti anni in cui ho cresciuto e visto andar via i giovani, mi piacerebbe provare a raccogliere quanto seminato”. Enrico Tiritera viene da una società in cui i giovani hanno sempre avuto un ruolo importante, allenava infatti le giovanili del Southend, quando la squadra ha vissuto, sotto la guida di Steve Tilson i suoi anni migliori, fino a toccare la Championship. Qui Tiritera ha conosciuto la crema del calcio Inglese, incluso Harry Redknapp che guidava il, tutto sommato, vicino West Ham. “In tanti dall’Italia mi chiedono di venire qui a provare, una volta c’avevo un portiere, bravo, giovane, al West Ham vennero a saperlo e allora mi chiama Reknapp e mi dice: <<Ao’ Enrico, stamo a fa’ un amichevole, portalo qua che lo vedemo, lo sai no ‘ndo sta’ er campo?>> Perdonatemo, ma non potevo non citare le parole testuali di Enrico Tiritera, perché con il suo accento romanesco strizza simpatia da tutti i pori e sentirlo parlare di calcio è un piacere anche perché dimostra di saperne e anche tanto. In chiusura gli chiediamo un paragone fra la Non League Inglese ed i dilettanti Italiani, non ci pensa su due volte e ci dice “Qui i ritmi sono troppo superiori, tutti i ragazzi che vengono dall’Italia qui a provare alla fine mi confermano che hanno fatto una fatica immane a tenere il ritmo dei compagni o della partita” Ma secco Enrico chi vince fra la Non League Italiana e quella Inglese: “quella Inglese non ci sono dubbi, sul campo e fuori dal campo, il terzo tempo poi ad Hullbridge è spettacolare grazie alla cucina Italiana di mia moglie, tutte le squadre contano i giorni che le separano dalla trasferta in casa nostra. Con questo ci salutiamo ci rivedremo fra poco al campo, noi prendiamo l’autobus, sembra uno di quelli su cui arrivano i profughi dell’est negli anni 90, e poi è il numero anche dell’età media e dei pircing che ha in faccia un tipo seduto poco distante da noi, io volevo sedermi accanto a lui, ma Guido non se l’è sentita!
LOWER ROAD - Dopo un 40 minuti arriviamo ad Hullbridge, due negozi, uno che vendo tutto e uno che vende bici e una stazione di benzina che appena oltrepassata ci apre allo sguarda sull’Hullbridge Sport Center. In effetti appezzamento è enorme, i campi potrebbero essere tenuti meglio, il giardiniere andrebbe sgridato e a fine partita ad Enrico Tiritera lo diciamo. Club House molto carina dove ci accolgono con simpatia anche perché il manager aveva annunciato il nostro arrivo. Lo zampino di Enrico c’è anche qui, infatti delle due tv una trasmette Sky Italia, per la precisione Sky calcio! Qui ci offrono anche l’ingresso gratuito e non ringrazieremo mai abbastanza il nostro manager, Diamo uno sguardo al campo, Terrace coperti solo lungo la linea laterale, ma tanto tanto spazio per potersi ingrandire in futuro.
LA PARTITA – Ospite dell’Hullbridge è lo Stansted, si la squadra dell’aeroporto, la partita è giocata su buoni ritmi, il livello è quello che è, siamo al nono della pyramid, è bene non dimenticarlo mai. Il portiere della squadra ha una pessima giornata, “non era molto concentrato” ci dirà a fine partita manager Tiritera “ha la sorella in ospedale”, due papere colossali comunque permettono allo Stansted, prima di rimontare lo svantaggio, e poi di passare a condurre. Per fortuna beffa è evitata nel finale con il pareggio che arriva di testa a conclusione dell’azione più bella di tutta la partita. Nel recupero altra grande azione dell’Hullbridge che sfiora addirittura la vittoria.
TERZO TEMPO – La distanza da Londra ci impedisce a fine partita di partecipare al terzo tempo con le squadre, ma Enrico Tiritera ce ne regala uno a noi tutto personale, e dopo averci invitato nel suo ufficio (chissà se è li il telefono con cui Redknapp, in romanesco, lo ha invitato all’amichevole per il portiere) ci presenta al suo staff e ci omaggia di alcune magliette e del gagliardetto dell’Hullbridge. Lo ringraziamo e, anche da queste colonne, gli auguriamo di cuore tutti i migliori successi, perché un personaggio così spontaneo e così genuino, merita il meglio, noi da parte nostra promettiamo di ritrovarlo di nuovo, magari quando l’Hullbridge affronta una delle tante trasferta nella capitale.
Massimo Corsini
Guido Plano